We’ve updated our Terms of Use to reflect our new entity name and address. You can review the changes here.
We’ve updated our Terms of Use. You can review the changes here.

Lontano, adagio

by MEDAGLIA

/
  • Streaming + Download

    Includes unlimited streaming via the free Bandcamp app, plus high-quality download in MP3, FLAC and more.
    Purchasable with gift card

      €7 EUR  or more

     

1.
Sponde 04:36
Ed è sempre più raro avere sgombre le mani da qualche lavoro è forse questo il secolo dell’utilità del fare e del fantasma di un esodo? Ammalati di cose noi ci barcameniamo dentro docili sponde inarcando le schiene viviamo l’oggi nel limite del sentirci perbene torneremo mai ad essere capaci di camminare nel mondo ad un passo lento? Per vivere senza orologi e paradossalmente non perdere tempo Ma tu lo sai che non ho idea di come fare a fingere pensavo fosse facile o che bastasse scrivere e tu lo sai che non ho idea di come fare a fingere pensare di bruciare per rimuovere la cenere… e andiamo giù a specchiarci sulle migliaia di corpi morti prima dei porti che dalle loro sponde hanno sfidato una sorte ancora meno clemente Ma limite estremo del nostro pensiero è il suo inutilizzo bagnate dal sangue si fanno profane le sponde di Zante
2.
Pensiero e tempo si annullano pian piano quando un padre da solo sente il figlio lontano sopravvivere ci viene benissimo è a combattere soli che non riusciamo così al posto di scriverti lettere mi sono spento, mi sono arruolato E quando la guerra me lo permette mi piace ancora pensare a te sento l’anima incantarsi e mi sorprendo meno triste mentre tutti quei problemi che scolpivano il tuo volto vorrei averli confinati in un deserto Lontano, adagio cammino senza di te lontano, adagio Se la mia patria lo permettesse mi piacerebbe tanto viaggiare ma le mie idee d’oltre frontiera sono finite dentro a un fucile quando la pace era talmente forte da non riuscire a piangere non avrei mai pensato di versare lacrime una volta armato E anche se non riesco a dormire mentre disegnano nuovi confini se non ti potrò più vedere se inventano altre guerre civili Io crederò sempre in qualcosa che non dipenda da alcun confine che sia il nulla eterno di questa guerra o la speranza di una fine Prego per ogni mio dovere e per la libertà che sento lungo l’unico mio viaggio dal mio nido al mondo Dal teatro degli oppressi ai conflitti moderni dai golem viaggiatori tra il Medio Oriente e la tua Parigi alle stragi di pensieri quelli più veri che sono e resteranno sempre gli unici innocenti che sono e resteranno sempre gli unici innocenti.
3.
Pensavo trovassi la pace in una periferia capace di parlarti dal cielo notturno quasi a bassa voce Un cielo che fissi dal tetto di uno stabile in cemento e che dipingi a mani nude sui muri del tuo appartamento E contro i finti cantautori che raccontano il paese hai già le tue difese Che porti a casa a Natale tra i pranzi, le chiese e le costanti domande sul successo delle tue imprese E neanche tu sai con certezza se ce l’hai davvero fatta torni a casa contro voglia ma di fretta Non sai se lui è l’uomo giusto, se il lavoro è quello giusto se il momento è quello giusto Ma nei tuoi guanti bucati, nell’aggrovigliarti provi un certo gusto Mi dici com’è romantica questa età che a lei ci incolla? Dov’è facile lasciarsi dispersi fra la folla ma la scia dietro ai tuoi passi è amore nei quartieri bassi mi ricordo quando urlavi: “Sono viva se mi ammazzi, e anche se questa nebbia fitta potrà togliermi la vista se il vuoto mi darà caccia, se ogni sogno sarà carta straccia e la vita corrotta sanguinerà da ogni suo fiore se la mia voce si farà rotta e le mie mani si terranno da sole del futuro non me ne importa, mi piace il rumore che ogni mio dubbio può fare”.
4.
Margini 03:24
Ragazzo mi manchi sono passati sei anni e lo so che mi scrivi e mi chiami ma quello che manca è abbracciarti, i nostri fragili corpi arresi alle guerre di altri non erano abituati a sentirsi davvero distanti, no E come due amici lontani ci restano solo i ricordi diversi dai segni sui volti tagli mai rimarginati I tuoi genitori rimasti da sempre dov’eri vivono e pregano ancora per te che fra dottori, fabbriche o pomodori riesca comunque a sentirti felice I santi che porti negli occhi compaiono dentro i miei sogni e raccontano di quando bambini giocavamo a fare i soldati, Rincorrerci fra le cataste di ferro e di macchine usate restare per ore a scoprire l’orizzonte oltre le montagne Ora il freddo mi fa compagnia e le nuvole hanno la forma di casa convivo con la malinconia dal lato opposto di mura di una città arresa.
5.
Aquiloni 04:05
Com’è veloce questo treno mamma com’è lontana tutta quella sabbia qui tutto è perfetto, tutto è straniero straniero come questo polso che sembra su di sé abbia un marchio è il sangue che gli scorre dentro Ma com’è grande questo cielo mamma potremmo chiamarlo casa io del freddo non ho paura non ho avuto paura dell’onda nemmeno della montagna se non sono cemento non mi fanno paura Ho un canto negli occhi perché è muta la gola non so quanto valga poi ogni parola le spendo di notte nel silenzio degli altri che dormono quieti nei loro recinti. E dopo dieci anni che scappo non mi sono ancora abituato alla mia ombra che è rimasta indietro indietro come mio padre come le sponde del mare come quel nostro paese Ma non è per i treni che siamo lontani siamo noi ad esserlo diventati mamma ti prego, io penso ma non parlo siamo lontani da noi stessi lontanissimi dagli altri e dalle loro mani Ho un canto negli occhi perché è muta la gola non so quanto valga poi ogni parola le spendo di notte nel silenzio degli altri che dormono quieti nei loro recinti.
6.
Mille miglia 04:22
C’era la porta di una casa dalla luce viola e una suora che fumava fuori da una scuola a Sarajevo gli studenti erano sempre di corsa scendevano salite immense con la luna storta c’era un ragazzo stupendo appoggiato sui libri che osservava i suoi sogni rincorrersi liberi lungo prati che un giorno saranno sminati ora vive in un mondo senza fili spinati. I bambini crescevano in strada come spine di cardo con i segni dell’odio dentro al loro sguardo eredi di assedi che cantavano scalzi sopra i marciapiedi per calpestare nuovi sentieri che restano ponti o cimiteri tra sponde stracolme di cani randagi ed altre per soli addomesticati No, ma che male c’è? Se mille parole ci piovono in testa coprendoci il sole in un giorno di festa no, non dormo anche se ci sogno riflessi in una nuova era perché siamo gli stessi su questa scacchiera noi e loro da sempre polari tra corridoi umanitari e safari e riunioni di professori Ma come nei banchi di nebbia minareti e ciminiere si confondono mischiando cortine e preghiere così sui banchi di scuola e quelli da lavoro non dobbiamo sentirci diversi da loro mille miglia fra i nostri discorsi e chi viaggia da solo con tamburi nei polsi nelle mani una storia, tra fortuna e miseria portata negli occhi e poi nell’atmosfera stelle senza bandiere corpi che prima sentivo distanti alzando i miei occhi li scopro celesti ma il nostro cielo è di un azzurro diverso e a me resta soltanto il disprezzo per chi uccide nel vento chi vive correndo
7.
Iride 03:07
Il calmo cielo assente dell’estate vigila sul volo dei pensieri accarezza lento quelle rose dal candido profumo che assapori è semplice badare a queste fate librate dal più alto degli altari le mani si ricoprono di sete delle turchesi notti orientali Passeggera di vita, compagna di canzoni passi il tempo a decifrarmi gli occhi noi due siamo felici anche se piove empatici come alberi ci accarezziamo gli animi Una luce ti vive negli occhi in questo istante brillando spegne ogni cosa le voli attorno è come un lontanissimo spazio d’orizzonte a cui lasciare l’ultima parola ogni giorno due pupille, lo stesso contorno.

about

“Lontano, adagio”, ha come tema centrale quello della distanza. Si parla di una distanza geografica tra chi viaggia tra una sponda e l'altra del mediterraneo, una distanza interiore percepita da gruppi di abbandonati e una distanza universale tra chi cerca amore e chi lo vuole dare.

Le canzoni sono state scritte tra Sarajevo, Bologna, Trentino-Alto Adige, Parigi e Valencia - assimilando le storie dietro i luoghi e le persone che ho incontrato in questi ultimi anni.
Il rock d'autore è il mezzo per trasmettere queste storie, dove l'attenzione ai testi è bilanciata da arrangiamenti semplici ma efficaci, attingendo dall'indie rock nostrano e dal nuovo cantautorato per restituire una musica sincera e diretta a coinvolgere chi la ascolta.

Alla fine dei conti si tratta di un viaggio interessante, non privo di qualche sbandata e senza un particolare punto di arrivo, ma con lo scopo di farci viaggiare ancora. Se ne consiglia l'ascolto in macchina, in treno o in autobus con le cuffie e un finestrino più o meno limpido.

credits

released April 28, 2023

Francesco Medaglia - voce, chitarre, tastiere, cori
Mattia Bigi - basso
Tommy Ruggero - batteria, percussioni
Alessandro Cosentino - fonico di studio, produzione
Registrato, mixato e masterizzato da Alessandro Cosentino presso Groove Factory Studio, Castel Maggiore (BO), durante la primavera del 2022

license

all rights reserved

tags

about

MEDAGLIA Bologna, Italy

MEDAGLIA è un artista classe '96 attivo a Bologna. Il suo rock d'autore vuole tessere legami tra persone e luoghi lontani. Lo fa in modo sensibile, sognante e personale.

contact / help

Contact MEDAGLIA

Streaming and
Download help

Report this album or account

If you like MEDAGLIA, you may also like: