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about
Nel 2015 sono stato a Ypres in Belgio e poi a Verdun in Francia, entrambe città dilaniate durante la prima guerra mondiale, per un campo di volontariato ed un seminario sul tema dei conflitti.
Viviamo in un mondo violento. Ancora oggi a Ypres, dal 1928 ogni sera alle 20, sopra la musica di un'imperterrita banda, vengono letti tutti i nomi dei soldati morti nella battaglia che porta il nome della città. Era ottobre, e fuori dal museo cittadino un golem di legno con una porticina posta sul cuore ha raccolto i nostri pensieri, tra cui un pezzo di questa canzone. Avevamo appena girato in bicicletta sotto la pioggia i 170 cimiteri di guerra della città, mappando a casaccio tombe ignote per conto del museo.
Un mese dopo ero a Verdun. Mentre tra noi si parlava di gestione nonviolenta dei conflitti, tra una tazza di thè e un laboratorio di teatro dell'oppresso, la sera del 13 novembre c'è stato l'attacco a Parigi che ha coinvolto anche il Bataclan. Lì la musica si è fermata. Il giorno dopo ero in una grigia Parigi, pessimo giorno per fare il turista. Alle 18:00 mi chiudo in ostello e termino questa canzone.
Questo e molto altro è Conflitti moderni, una canzone nata otto anni fa, ma descritta perfettamente dal deserto dei nostri giorni.
lyrics
CONFLITTI MODERNI
Pensiero e tempo si annullano pian piano
quando un padre da solo sente il figlio lontano
sopravvivere ci viene benissimo
è a combattere soli che non riusciamo
così al posto di scriverti lettere
mi sono spento, mi sono arruolato
E quando la guerra me lo permette mi piace ancora pensare a te
sento l’anima incantarsi e mi sorprendo meno triste
mentre tutti quei problemi
che scolpivano il tuo volto
vorrei averli confinati in un deserto
Lontano, adagio, cammino senza di te
lontano, adagio…
Se la mia patria lo permettesse mi piacerebbe tanto viaggiare
ma le mie idee d’oltre frontiera sono finite dentro a un fucile
quando la pace era talmente forte
da non riuscire a piangere
non avrei mai pensato
di versare lacrime una volta armato.
E anche se non riesco a dormire
mentre disegnano nuovi confini
se non ti potrò più vedere
se inventano altre guerre civili
Io crederò sempre in qualcosa
che non dipenda da alcun confine
che sia il nulla eterno di questa guerra
o la speranza di una fine
Prego per ogni mio dovere
e per la libertà che sento
lungo l’unico mio viaggio
dal mio nido al mondo
Dal teatro degli oppressi
ai conflitti moderni
dai golem viaggiatori
tra il Medio Oriente e la tua Parigi
alle stragi di pensieri
quelli più veri
che sono e resteranno sempre
gli unici innocenti
che sono e resteranno sempre gli unici innocenti.
credits
released December 26, 2022
Testo e musica di Francesco Medaglia
Batteria - Tommy Ruggero
Basso - Mattia Bigi
Chiatarra, tastiere, voce - Francesco Medaglia
Prodotto nel gennaio 2022 da Alessandro Cosentino presso Groove Factory Studio, Bologna.
MEDAGLIA è un artista classe '96 attivo a Bologna. Il suo rock d'autore vuole tessere legami tra persone e luoghi lontani. Lo fa in modo sensibile, sognante e personale.
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